Recruiting, OnBoarding ed E-learning

Nelle ultime settimane vi abbiamo chiesto la vostra opinione tramite alcuni sondaggi social riguardo il tema dell’OnBoarding 2022. Perché?

Stiamo vivendo in un momento molto particolare per quanto riguarda il mercato del lavoro e i cambiamenti interni alle aziende; gli ultimi due anni hanno cambiato non solo la modalità lavorativa, con l'introduzione in molti casi dello smart working, ma anche il modo di approcciarsi e inserirsi in una nuova azienda. Recruiting, onboarding e formazione sono tre fattori importanti che legano un dipendente a un'azienda e ai colleghi.

È importante per noi capire le necessità di tutti i nostri partner e clienti, ma non solo, vogliamo sentire le opinioni di professionisti e lavoratori che ogni giorno affrontano questa evoluzione: cosa vuole una risorsa quando è inserita in azienda? Come aumentare la fidelizzazione di un neoassunto? Come trovare una soluzione win-win per azienda e dipendente sia dalla fase di recruiting?

Per noi è importante ascoltare i pareri di tutti e diffondere la necessità di creare processi bidirezionali che soddisfino employer ed employee.

Vediamo insieme i risultati.

Per quanto riguarda la cultura aziendale, che rappresenta il modo di lavorare, di rapportarsi con i clienti, di raggiungere gli obiettivi, è innegabile notare un forte cambio di direzione e alcune organizzazioni stanno puntando molto sull’innovazione e il rinnovamento di alcuni valori aziendali, per altre invece sembra rappresentare più uno slogan.

Vi abbiamo dunque chiesto:

Nella tua esperienza o in quella raccontata dai tuoi colleghi, pensi che le aziende trasmettano la propria cultura aziendale?

Il 20% ha risposto che sente propri i valori aziendali e che l’organizzazione riesce perfettamente a trasmetterli. Le persone che hanno risposto a questa domanda fanno parte di società di consulenza di piccole dimensioni. Un altro 20% ritiene che l’azienda per cui lavora, o ha lavorato, provi a trasmettere cultura e valori condivisi ma con scarsi risultati. Le risposte derivano da membri di società di consulenza e di risorse impiegate nel settore bancario.

Un 10% ritiene che l’azienda per cui lavori non trasmetta alcun valore e non si impegni nella diffusione della cultura aziendale. Infine, il 60% delle persone, provenienti da diversi settori (società di consulenza, immobiliari, editoria), ha risposto che talvolta l’organizzazione per cui lavora o lavorava è riuscita a trasmettere i valori e la cultura aziendale.

Cosa ci suggeriscono questi risultati?
Sicuramente che tante aziende guardano al futuro e si stanno impegnando per cambiare non solo i valori in cui credono ma anche il modo di trasmetterli. Purtroppo però, dalle risposte, si nota una certa discrepanza con quello che aziende e organizzazioni promulgano sulle loro pagine social e web e ciò che fanno veramente.

Secondo noi il tema si deve affrontare attraverso una solida strategia di divulgazione dei valori che deve necessariamente cambiare, dal momento che ci troviamo davanti a una situazione molto diversa rispetto a quella di qualche anno fa: siamo tutti più distanti, il periodo di inserimento è diverso, l’informalità della pausa caffè è più difficile da ricreare con il remote working.

Abbiamo chiesto ai lavoratori quali sono gli aspetti legati proprio alla cultura aziendale e alla sua diffusione, quindi recruiting, onboarding e formazione, che hanno subito i maggiori cambiamenti negli ultimi anni. Il 50% di loro ha risposto che crede che il maggiore cambiamento sia avvenuto in fase di recruiting. Il recruiting, quel processo così importante che rappresenta il biglietto da visita, o forse la stretta di mano, di un’azienda. Un’azienda che esegue un processo in modalità virtuale, che parla già di aspetti come la formazione, la crescita personale, gli economics, le iniziative equosolidali e il life-work balance, sottolineano già l’importanza e la centralità che danno alla risorsa. Tutti aspetti che devono essere annunciati e presentati in questa fase e più concretamente strutturati nella fase di Onboarding.

Il recruiting e l’onboarding come biglietto da visita insomma. Una modalità per fare vedere ai candidati e ai neoassunti la capacità dell’azienda di stare al passo coi tempi in alcuni casi e l’impegno che mette su alcune tematiche in altri.

Per questo motivo è importante essere aggiornato su metodologie e nuovi processi, basti guardare al blind recruiting adottato nelle aziende più all’avanguardia per aumentare la diversity nella propria organizzazione; al virtuoso esempio di JustKnock che mette a disposizione la propria piattaforma per le aziende che vogliono cercare candidati attraverso un progetto (in pratica, l’azienda fornisce il briefing e un candidato presenta il suo progetto in completo anonimato); o, banalmente, è importante comunicare in modo corretto e non lasciando che i bias si intromettano durante l’intervista al candidato (ad esempio, si possono creare una serie di interviste standardizzate e altre meno standardizzate per vedere come il candidato si presenta sia professionalmente che personalmente; oppure si può invitare più recruiter con background diversi a fare interviste; invia feedback continui spiegando anche le cause di un potenziale rifiuto hanno a che vedere con le competenze che l’azienda cerca e non a causa del loro aspetto, della loro età o di un dettaglio personale rivelato durante il colloquio).

 In Simulware promuoviamo una cultura aziendale inclusiva e auspichiamo di poter aiutare tutte le organizzazioni nel processo di cambiamento che investe recruiting, onboarding e formazione!
Noi siamo pronti e tu? Seguici sui social o scrivici per maggiori informazioni!

info@simulware.com

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