I STEM with her! Donne e Industria 4.0

In occasione della Festa delle Donne e a quasi un mese di distanza dal Women and Girls day in Science 2022 (11 febbraio), abbiamo deciso di guardare un po’ ai numeri degli ultimi anni e capire se sono cambiati per quanto riguarda le donne e i ruoli nelle STEM.

Vogliamo farlo per diversi motivi: perché la pandemia ha creato ostacoli ma anche opportunità nella vita delle donne in questi anni, perché il digitale ha reso possibile la creazione di carriere nuove e sfidanti permettendo anche alle umaniste di lavorare nel digitale, perché sono sempre di più le iniziative per spingere le ragazze sin dalla giovane età ad approcciare l’ambito hi-tech ma non ci sono abbastanza strumenti e politiche di retention una volta che ci sono dentro.
E soprattutto vogliamo farlo perché nella nostra azienda ci sono fortissime professioniste che ogni giorno lavorano per creare esperienze digitali fighissime come loro, a cui vogliamo fare gli auguri!

Ci sono segnali che le donne si stanno avvicinando alla parità in termini di STEM?
Sì, almeno stando i numeri.

Secondo Deloitte l'Industria 4.0 continuerà probabilmente a colmare il divario di genere nel prossimo anno, prevedendo che le grandi aziende tecnologiche globali raggiungeranno quasi il 33% di rappresentanza femminile complessiva nella loro forza lavoro nel 2022, con un aumento di poco più di 2 punti percentuali rispetto al 2019.

Purtroppo, nonostante continuino a salire le quote femminili che ricoprono la posizione di ricercatrici in campo accademico, le donne rimangono una minoranza nella digital trasformation.

Questa tendenza è tanto più problematica perché c’è una generale carenza di competenze in molti campi STEM. Un esempio? Nella ricerca e nella diffusione di intelligenza artificiale.

Il settore dell’AI è in continua crescita, ma perché, allora, le donne sono ancora una minoranza tra i dipendenti dei giganti della tecnologia digitale?

Secondo i dati raccolti da LinkedIn e pubblicati nel Global Gender del World Economic Forum Gap Report, solo il 22% dei professionisti che lavorano nell'AI è femminile (WEF, 2018a).
Questo ci suggerisce che il progresso verso l’uguaglianza di genere potrebbe essere compromesso se non vengono fatti sforzi da tutta la società, prima tra tutti i governi, le università e le aziende stesse.

Si sta facendo qualcosa a riguardo?
Come già abbiamo detto, sono numerosissime le iniziative per attrarre le bambine e le ragazze, sin dalla giovane età, nell’ambito hi-tech, ma bisogna saperle anche trattenere; infatti le donne lasciano questo campo molto di più rispetto agli uomini. I motivi principali dell’abbandono sono solitamente le condizioni del luogo di lavoro, la mancanza di accesso a ruoli creativi e lo stallo di carriera, ciò è correlato alla loro sotto-rappresentanza nella leadership aziendale e nei ruoli tecnici.

Bisogna sottolineare, però, che gli atteggiamenti aziendali si stanno evolvendo poiché gli studi rilevano sempre più fiducia degli investitori e maggiori margini di profitto nell'avere una forza lavoro diversificata (che si tratti di grandi aziende o start-up, il quadro è simile). Le analisi di Deloitte confermano che nelle aziende tecnologiche in termini di forza lavoro è stato mantenuto lo slancio sul fronte di genere negli ultimi due anni. Nonostante le donne siano state colpite in modo sproporzionato dai picchi di disoccupazione globale causati dalla pandemia e dalla riduzione della partecipazione alla forza lavoro, molte di queste organizzazioni sono riuscite a mantenere la rappresentanza femminile su una traiettoria ascendente. In parte, ciò potrebbe essere dovuto al fatto che il settore tecnologico era più preparato della maggior parte degli altri a passare rapidamente al lavoro a distanza e a modelli di lavoro flessibili quando è iniziata la pandemia, facendo affidamento su strumenti di connettività e collaborazione già familiari. Ma le donne e i ruoli di leadership?
Quando sono le donne a dirigere start-up nell’ambito technology hanno problemi a reperire finanziamenti.

È importante far sì che le donne imprenditrici possano reperire finanziamenti in questo tipo di mercato. Uno dei vantaggi dei business digitali è che tendono a essere meno dispendiose in termini di denaro e manodopera rispetto alle imprese più tradizionali e inoltre richiedono anche meno spazio fisico (uffici). Questi fattori fanno la differenza nei paesi in cui le donne devono affrontare ostacoli all'accesso al capitale o all'affitto e al possesso di proprietà, essere in grado di rinunciare alla necessità di immobili costosi potrebbe fare la differenza per le imprenditrici.

Sembrerebbe che dalla pandemia si possa ricavare qualcosa di positivo.
Le tecnologie digitali, che facilitano il telelavoro e il networking sono state preziose nel garantire il distanziamento sociale e la condivisione delle informazioni durante la pandemia di Covid-19. Alcuni dei cambiamenti radicali nell'equilibrio tra lavoro e famiglia indotti dalla pandemia potrebbero essere qui per restare.

È importante che questi cambiamenti siano convertiti in politiche che garantiscano che le donne non trascorrano una quantità sproporzionata di tempo come badanti, casalinghe ed educatrici non retribuite ma, piuttosto, abbiano il tempo e l'energia per lasciare il segno nella scienza e nell'innovazione di domani, per affrontare le sfide che definiscono il nostro tempo: cambiamenti climatici, perdita di biodiversità, pandemie, degrado ambientale, sviluppo urbano insostenibile e così via.

Quindi questo è il quadro della situazione attuale. In Italia che succede?
IPSOS e Save the Children hanno realizzato alcuni sondaggi, rilevando che nel 2021 erano il 22% le ragazze che si sono immatricolate in facoltà che insegnano discipline STEM (in particolare nel campo ICT).

Le analisi rilevano che è del 54% la percentuale delle ragazze che in età scolare è interessata a materie scientifiche e informatiche, ma che le ritengono non “adatte a loro”. Questo per colpa di stereotipi e un divario di genere radicato sin dai primi anni di infanzia. Per questo motivo Raffaella Milano, la direttrice dei programmi Europa e Italia di Save the Children crede che “Gli investimenti del Piano nazionale ripresa e resilienza rappresentano una occasione unica per fare un deciso cambio di marcia, l’occasione per sostenere e far fiorire i talenti scientifici delle ragazze che vivono in Italia. Servono interventi mirati, quali piani formativi e doti educative, per promuovere tra le bambine e le ragazze – a partire da quelle che vivono nei contesti più svantaggiati – l’acquisizione di fiducia nelle proprie capacità in tutti i settori: nella matematica, le scienze, l’ingegneria e le tecnologie digitali. Solo così sarà possibile ribaltare il paradigma che di fatto rappresenta il mondo scientifico come appannaggio solo degli uomini”.

Mario Draghi ha recentemente annunciato lo stanziamento di oltre un miliardo per potenziare l’insegnamento, superare gli stereotipi di genere e aumentare la percentuale delle donne nelle materie STEM.

Fortunatamente ci sono numerosi esempi influenti di donne nel digitale da seguire:
noi in Simulware abbiamo scelto, da colleghe, Cristina Scocchia, amministratore delegato illycaffè; Anna Gregorio, CEO PICOSATS; Francesca Bardelli, CEO Nonino Distillatori srl; Antonella Centra, executive vice president general counsel corporate affairs & sustainability Gucci; Marianna Aprile, giornalista, scrittrice, opinionista e conduttrice radiofonica italiana; Marta Bonaconsa, CEO di Nanomnia e biologa molecolare; Bianca Arrighini CEO e CO-founder Factanza Media; Francesca Bria, Economista e Chairwoman CDP Venture Capital SGR.
… e tante, tantissime altre.
A tutte voi e noi, auguri!

#ISTEMwithyou

Fonti:

 

 

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