Risiko! Alla conquista di un progetto di qualità

di Fabrizio Parenzan

Il Risiko! (con il punto esclamativo) è uno di quei giochi di società che tutti almeno una volta nella vita o abbiamo provato o abbiamo visto intavolato dai nostri amici, figli o conoscenti. Il gioco è davvero semplice, per vincere bisogna raggiungere un obiettivo, diverso per ogni giocatore, sconfiggendo gli avversari in combattimenti tra carrarmatini lanciando 3 dadi a testa: il numero più alto batte quello più basso.

Ora, sembrerà scontato pensare che, essendoci dei dadi, vince chi ha più fortuna nel tiro del dado… classico errore da principiante! Il Risiko! è invece la perfetta simulazione di gestione manageriale:

  1. Pianificare per obiettivi

Ogni giocatore parte con un proprio obiettivo segreto, condizione per far finire la partita e vincerla. Generalmente consiste nella conquista di un determinato numero di territori, ma pensare di concentrasi subito sul suo raggiungimento è sbagliato e porta a catastrofici risultati. È necessario inizialmente concentrarsi su un’attente pianificazione, ragionare sui punti in cui siamo scoperti e su quelli in cui siamo più forti mettendosi nelle condizioni di conquistare quella parte di planisfero rispetto i nostri “competitor”. Solo dopo esserci assicurati per un determinato periodo la giusta stabilità possiamo cercare di espanderci. Chi lancia allo sbaraglio le proprie truppe ha vita molto breve. Questo ci porta direttamente al secondo aspetto:

  1. Gestione del tempo

È giusto attaccare, ma è giusto anche aspettare ed essere pazienti! Non c’è nulla di male a restare inermi un paio di turni per poter rifornire di armate i nostri territori sguarniti. Ciò permette di rinforzarci, osservare come si muovono gli equilibri al tavolo, provare magari un attacco in una zona remota. Solo quando saremo pronti potremmo partire con la nostra offensiva. Può però anche andarci male, capita, quindi potrebbe essere utile allearci assieme a un avversario…

  1. Negoziazione

Un accordo con uno o più avversari ci può letteralmente salvare. Classico è il “gioco della carta”: io lascio un territorio con un carroarmato, l’avversario lo conquista lasciando pure lui solo un carroarmto, in modo che io lo possa riprendere il turno dopo; in questo modo entrambi pescheremo una carta, sperando di poter rifornire con più carro armati i nostri territori. Bisogna esser bravi a negoziare una situazione che sia del tipo win-win per entrambi.

Lavorando come Graphic & Multimedia Designer è la normalità per me essere a stretto contatto con un Project Manager e un progettista di percorsi formativi, l’Instructional Designer appunto. Nel caso di un lavoro di consulenza, ad esempio, io e il mio team non partiamo mai alla “conquista” del progetto senza prima fare un’attenta analisi del suo fabbisogno formativo, calcolare il tempo a disposizione per soddisfare le sue richieste e adeguarle a una soluzione che possa soddisfarlo sotto più aspetti possibili.
E sì, dico più aspetti possibili perché spesso gli obiettivi da raggiungere e il tempo a disposizione non si incastrano alla perfezione e quindi bisogna trovare una strategia per confezionare il progetto nel miglior modo possibile, negoziandola in maniera tale da poter accontentare tutti.
È in questi casi in cui io e i miei colleghi ci divertiamo di più, andando alla ricerca di soluzioni creative e innovative, lasciandoci contaminare anche dalle richieste e dagli spunti che il cliente stesso ci può dare.

Questi piccoli accorgimenti possono aiutarci a vincere sia nel gioco, che nella nostra attività. Anche se, diciamocelo, nessuno può considerarsi davvero vincitore al Risiko! se non ha conquistato la Kamchatcka!

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