L'inclusione dei Millennial: bite di formazione contro la noia

Chi è nato fra gli anni ’80 e il 2000 oggi ha oramai dai 20 a 40 anni ed è diventato uno dei giovani manager chiamati a ‘svecchiare’ le regole in azienda, oppure uno fra i tanti neoassunti che andranno a popolare i team di lavoro.

I MIllennials sanno che le aziende (e loro stessi), per sopravvivere nell’indeterminatezza di un mercato sempre più digitale e sempre meno lineare, devono saper evolvere in continuazione. Hanno capito che la formazione è una risorsa importante, pretendono di essere adeguatamente formati per il lavoro che stanno facendo, amano approfondire ogni aspetto del processo di lavoro per cercare le corrispondenze con quello che già hanno imparato, e sono molto sensibili alle tematiche trasversali (come il rispetto per la diversità e l’ambiente).

Di fronte ad un corso online, si aspettano di entrare in una sorta di simulazione o videogioco, per poi sbadigliare alla trentacinquesima slide della prima unità didattica e implorare pietà dopo la seconda ora di un video dove un docente presenta le sue slide. Solo chi è nato prima degli anni ‘80, la formazione se  la immagina in un’aula, con il docente che spiega alla lavagna e gli alunni attenti ad ascoltare. Già oggi, chi insegna a scuola sa bene quanto sia difficile, se non impossibile a volte, mantenere alta l’attenzione di una classe abituata a comunicare a colpi di Tik Tok. 

E allora. come impostare un buon programma di elearning che sia efficace per i nativi digitali? Ecco alcune linee guida per ‘snellire’ la formazione aziendale!

 

 

Video

L’informazione dev’essere immediata. Non dire, quanto mostrare. Il video è uno fra I metodi espositivi preferiti dai più giovani, abituati più a guardare che a leggere, ed è forse lo strumento di trasferimento di conoscenza più veloce e completo. Immaginiamo la nostra vita senza Youtube: chi saprebbe sostituire un rubinetto o semplicemente cucinare un certo piatto? Oltre ad un maggior livello di dettaglio (soprattutto visivo), il video permette un’esperienza più immersiva, che diventa fondamentale nei role playing e quando la comunicazione dev'essere emotiva. Una bella storia raccontata da un film sarà quindi più efficace nel sollecitare risposte emotive e avrà quindi sicuramente più possibilità di essere compresa e ricordata.

Ok ai video, ma non a qualunque video. I video devono essere realizzati con una certa qualità, precisi e concisi, incalzanti e divertenti, e non onnipresenti, quanto sapientemente utilizzati in alternanza con altre tipologie di learning object.

 

Distrazione come risorsa

Un Millennial si annoia soprattutto quando sente di perdere tempo inutilmente. È quindi fondamentale assicurarsi che abbia ben capito a che cosa gli serviranno i contenuti che stiamo per presentargli, ed agire sulla sua motivazione più che sull’obbligo. E non illudiamoci comunque che ci riserverà il 100% dell’attenzione: mentre Millenial guarda (o meglio, ascolta) il video, probabilmente starà intanto controllando la chat sul telefono o risponde ad un’email, e magari prende anche appunti. Il multitasking è oramai la normalità. Ricordiamocelo anche in fase di progettazione, magari inserendo dei video interattivi in cui, nel corso della storia, l’utente deve raccogliere varie informazioni per scegliere in modo corretto come proseguire.

È utile alternare le modalità espositive (non solo lezioni online ma anche quiz, game, esercitazioni, flip card, infografiche, ecc.) e presentare i topic con messaggi brevi ed incisivi, stile youtuber. 

 

Interagire è partecipare

Per mantenere incollata l’audience, non basta far selezionare l’AVANTI per proseguire. Partecipare è poter fare domande (e ricevere risposte), esplorare uno schema tecnico in 3D o capire come uscire dall’edificio in caso di incendio. Gamification, simulazioni, e interazioni avanzate: per appassionare un Millennial, meglio sintonizzarsi sull’apprendimento per scoperta. Secondo la teoria di Bruner, l’apprendimento è più efficace quando lo studente acquisisce da solo la conoscenza. La mente non è passiva: la motivazione e le condizioni sociali e culturali consentono una comprensione completa della realtà. Dover cercare gli elementi di interesse stimola il naturale stimolo alla conquista e tiene alta l’attenzione di chi, giocando, passo dopo passo raccoglie le varie skill da apprendere, piuttosto che ricevere l’elenco dall’alto e doverlo imparare a memoria.

  

Stay Social and Content Creator

È impensabile oramai pubblicare un contenuto senza link ai vari social. Quando la community è chiusa, come nei corsi online aziendali, diventa ancora più proficuo dare la possibilità alle persone di condividere un contenuto (redazionale o autoprodotto). E cosa succede quando gli utenti stessi diventano dei content creator? È proprio a questo punto che si riesce a costruire dal basso una knowledge base in grado di capitalizzare l’insieme delle conoscenze informali dell’azienda, votate e verificate dagli stessi colleghi che fanno parte della community. Così, anche quando una persona va via, i suoi contenuti (e la sua conoscenza) restano e possono essere facilmente trovati e subito utilizzati anche dal neoassunto.

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