Mobile Device, quei portatori sani di buona didattica
- Creato: Lunedì, 31 Agosto 2015 14:45
I mobile device sono ormai diventati strumenti di uso quotidiano, in grado di supportare e facilitare una serie di azioni del vivere comune: la navigazione in auto, la consultazione di una ricetta, la chiamata multipla, l’apprendimento di una lingua o di una procedura, l’ottenimento di informazioni su eventi, la chat di gruppo.
Sono solo alcuni esempi ma bastano a far capire come noi utenti, in qualsiasi ambiente e situazione, ci siamo abituati a considerare smartphone, tablet, pocket pc, smartwatch e altri, dei veri e propri “super-tool" in grado di potenziare le nostre facoltà personali, la nostra presenza sociale e quella professionale: essi sono per noi estensioni naturali di competenza, abilità e personalità. Parliamo in questo articolo di mobile device intendendo sia il supporto fisico che la dotazione software annessa.
Anche a chi ne fa un utilizzo piuttosto modesto, non sfugge che apprendere tramite questi sistemi non è uguale ad apprendere al computer o in aula. Tralasciando l'annoso dibattito tra metodi - prendiamo atto che ogni attività formativa può essere espressa diversamente e ottenere risultati più o meno ottimali a seconda di una serie di variabili e contingenze - e concentriamo l’attenzione sulle modalità di presentazione del contenuto sui mobile device, caratterizzate da:
- Brevità, concisione, immediatezza della comunicazione
- Deciso appeal visivo che si traduce non solo in una scelta strategica di immagini, sfondi, loghi, icone e colori ma anche nell’utilizzo sapiente dei font applicati a titoli e paragrafi
- Brandizzazione dell’insegnamento per cui un contenuto è fortemente legato alla app che lo distribuisce o allo store da cui è scaricabile
- Scarso approfondimento e visione generale (in genere si possono acquisire successivi livelli di contenuto, in modalità free o a pagamento)
- Estrema parcellizzazione delle informazioni con buona rintracciabilità dei contenuti chiave
- Funzioni di aiuto alla lettura (segnalibro, audio on/off, campo per la ricerca, evidenziazioni)
- Possibilità di condivisione e di recensione
- Utilizzo dell’emozione e/o del gioco
Sono caratteristiche efficaci? Sì, nei limiti degli obiettivi da raggiungere come recita l'assunto valido per qualsiasi contenuto formativo.
Serve scomodare a questo punto Robert E. Horn per recuperare un concetto che qui è ancora una volta fondamentale: l’importanza di una buona strutturazione del contenuto in blocchi di informazione da organizzare con la tecnica dell’information mapping su cui torneremo più avanti. L’efficacia delle pillole formative che girano su mobile è data proprio dal “contenimento” delle informazioni che vengono:
- distillate e trasmesse in maniera semplice e chiara a tutti,
- reiterate in modo da sedimentarsi nella memoria con facilità,
- rafforzate dal trasporto emotivo o dalla sensazione di avventura e
- accompagnate da un involucro multimediale stimolante in grado di attivare curiosità e motivazione.
La loro brevità è strumentale e si adatta ai ritmi dell’oggi in cui questo apprendimento, per definizione informale, è incastrato perfettamente tra una fermata e l’altra della metro, nel tempo del caffè al bar, o nell’attesa di un amico in ritardo. L’approccio del “Voglio saperlo e voglio saperlo ora” è una chiave di lettura importante della cultura take away che spopola oggi.
Sostituirà l’apprendimento formale? Non lo crediamo, a dire il vero, non in tutti i campi della scienza. Se da una parte l’approccio alla pillola formativa è straordinariamente attivo da parte dell’utente (ma anche circoscritto a un desiderio di competenza spesso temporaneo), dall’altro va riconosciuto il valore dell’apprendimento formale, fatto di approfondimento e ricerca, di programmi condivisi e riconosciuti istituzionalmente, di momenti di valutazione e certificazione. Soprattutto quando questi percorsi rappresentano un’abilitazione formale alla professione.
Si tratta, è vero, di due diverse culture di fruizione legate a percorsi temporali e a investimenti molto diversi sulla propria formazione, ma è naturale pensare che il nostro apprendimento sarà sempre più multicanale ed una via di mezzo tra le due. E’ importante che il formale, un po’ ingrigito e non sempre al passo con la realtà, impari dai successi dell’informale o se non altro, tenga conto delle sue modalità fresche e attrattive. Viceversa, l’informale deve garantire rigore scientifico pur vestendosi di edutainment. Al solito la virtù sta nell’amalgama equilibrato di buone contaminazioni didattiche di cui noi, in perenne cerca di competenza, siamo portatori sani.
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