Le risorse addizionali: servono? Come renderle fighe

“Dove metto questa cosa? Non è poi così rilevante… Potrei farci un approfondimento”. Quante volte, durante la fase di progettazione, ti sei trovato ad affrontare questo tema e quante volte trasformare una parte del materiale esplicativo in “approfondimento” è stata la soluzione

Le sezioni di approfondimento o risorse addizionali sono troppo spesso sottovalutate, poco utilizzate nell'apprendimento online e di frequente diventano una raccolta di materiale che non riusciamo a inserire nel corso, piuttosto che un valore aggiunto per gli studenti.

Ma gli approfondimenti e le risorse addizionali si possono sfruttare per creare esperienze pertinenti e realistiche per gli utenti.

Innanzitutto, in sede di progettazione se ti accorgi di avere un materiale che ti sembra una ripetizione che aggiunge solo qualcosa di nuovo rispetto a quello trattato in altre parti del corso ma non ti senti di eliminarla, forse è perché non ti sembra così irrilevante.

Quindi è importante riconoscere la qualità del contenuto e capire se può essere utile ampliarlo e trasmetterlo in modo che un discente non solo quando apre l’approfondimento sia contento di portarsi a casa una nozione in più, ma che sia invogliato ad aprire questa risorsa addizionale.

Come fare?

Innanzitutto cerca di creare una soluzione che inviti l’utente a cliccare sull’approfondimento. Il consiglio è di guardare alla comunicazione e alle strategie di marketing per trovare spunti. Già più volte vi abbiamo raccontato come le persone siano sempre più abituate e vengano stimolate in continuazione dalle grafiche, i banner pubblicitari e i post presenti sui social e sul web. Proprio quest’ultimi possono essere impaginati in slide per renderli ben visibili dagli utenti.

Una ricerca di App Annie, compagnia specializzata in mobile data analysis (fonte), evidenzia come la spesa per la pubblicità in ottica mobile abbia superato i 295 miliardi di dollari nel 2021 in tutto il mondo e ha rappresentato il 70% degli investimenti digitali. Vediamo quali sono i formati più popolari; il più cliccato in assoluto è il formato 300x250 pixel, il rettangolo medio, funziona bene perché è compatibile su desktop e mobile, ti consigliamo di utilizzarlo nel cuore dei tuoi contenuti più “scritti e corposi” perché ha grande impatto ma non interrompe l'esperienza dell'utente. Eventualmente, si può preferire il formato 320×50 pixel, in fondo alla slide.

Uno dei formati che ha ottenuto più risultati sui social e sul web è sicuramente quello video, il cui engagement è cresciuto moltissimo negli ultimi due anni. Quindi, perché no?, farlo apparire in un angolo della slide, soprattutto nel caso di slide monomediali, a metà della fruizione della stessa, può spingere l’utente a fare clic sull’approfondimento. Il formato video, inoltre, è utile perché può continuare lo sviluppo di un ipotetico storytelling già presente nel corso.

Bene, hai convinto il discente ad aprire l’approfondimento, come si fa renderlo figo?

  • Un modo semplice per utilizzare al meglio la sezione di risorse aggiuntive consiste nell'aggiungere podcast.
    Negli ultimi anni la popolarità dei podcast è cresciuta a una velocità sorprendente, diventando una delle forme di intrattenimento più popolari nel mondo. Le statistiche parlano da sole. Il pubblico cresce costantemente, con previsioni che annunciano quasi 20 milioni di ascoltatori entro il 2024. Perché? L'esplosione di popolarità dei podcast risponde alla necessità di ottenere informazioni senza sforzo e in modo piacevole. Grazie a questo formato si può trarre ispirazione dalle interviste imprenditoriali, imparare a meditare o semplicemente nutrire la sete di curiosità riguardo a un argomento preciso.
    Ecco perché può essere una buona idea consentire al discente di finire un’unità, mettere le cuffie e completare un approfondimento mentre si prepara un caffè, passeggia con il cane o semplicemente si rilassa sul divano.
  • Utilizza scenari e simulazioni. Se si applica un buon storytelling all’interno dell’intero corso sarà facile utilizzare la parte di risorse aggiuntive creando piccoli casi studi o scenari interattivi in cui il discente può non solo reperire più informazioni rispetto a quelle che ha già trovato all’interno dell’unità, ma anche mettere in pratica alcune delle nozioni apprese. Le storie sono probabilmente uno strumento efficace nella nostra cassetta degli attrezzi di progettisti. Esse aiutano a contestualizzare le informazioni, a farne capire l'importanza, oltre che a lasciare un'impressione duratura sull’utente. (AAA: allinea gli obiettivi di apprendimento a cui lo scenario fa riferimento con i momenti in cui l’utente deve prendere una decisione; utilizza conseguenze realistiche come feedback; utilizza situazioni multiple; scrivi dialoghi realistici).
  • Video. Questo formato, che ogni anno aumenta la sua importanza (e lo sa bene chi si occupa di marketing!)… perché non sfruttarlo nella sezione di approfondimento? Non sarebbe bello vedere o sentire qualcuno che spiega nel dettaglio una legge, un articolo o un cavillo disciplinare e ti spieghi concretamente con esempi lo scenario per cui è stato introdotto e i motivi per cui seguirlo? Anziché dover leggere un PDF! Eventualmente per alcuni approfondimenti si può ricorrere alla cara e vecchia strategia di linkare alcuni spezzoni di film, che possano aiutare a capire la nozione (esempio? “Vendimi la penna”, The Wolf of Wallstreet, 2013).

Insomma, le risorse addizionali possono essere rese fighe anche quando il budget è low. L’importante è il dialogo e il brainstorming continuo sia con il proprio cliente che all’interno del team di produzione del corso.

Lo sappiamo che sin da bambini le maestre ci hanno abituati a saltare le pagine del sussidiario che erano colorate diversamente e richiedevano l’utilizzo del CD-ROM per completarle, ma i tempi sono cambiati e fortunatamente gli approfondimenti possono risultare divertenti e talvolta veramente impattanti!!

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