30 anni di World Wide Web, dagli Ipertesti al Web Semantico

Si celebrano oggi i primi 30 anni del World Wide Web, un anniversario molto importante per noi che, vent'anni fa, abbiamo deciso di fare elearning. Il 12 marzo del 1989 Tim Berners-Lee presentò ai suoi responsabili del CERN di Ginevra un sistema nominato MESH che consentiva di gestire la grande mole di informazioni legata agli esperimenti scientifici. Un anno dopo Berners-Lee, coadiuvato da alcuni collaboratori, pubblicò una pagina web, tutt'ora disponibile (http://info.cern.ch/hypertext/WWW/TheProject.html) dove per la prima volta compariva un approccio ipertestuale al contenuto. Nemmeno dieci anni dopo - in un angolo di Nordest italiano - nasceva Simulware, società dedicata all'elearning, che fondava la sua mission su due dati di fatto:

1) il world wide web era diventato il principale servizio di internet;

2) il world wide web aveva cambiato il mondo, l'informazione e, naturalmente, la formazione.

Oggi l'elearning fa i conti con la realtà aumentata, con i sistemi adattivi, con l'intelligenza artificiale e, lato World Wide Web, con il Web semantico che apre le porte a nuovi straordinari scenari. Non si tratta di una novità in senso stretto - in fondo Tim Berners-Lee ne parlava già nel 2001 "Il Web semantico è un'estensione del Web corrente in cui le informazioni hanno un ben preciso significato e in cui computer e utenti lavorano in cooperazione" (Web 3.0) - quanto di tenere monitorato lo scenario del web semantico, quella filosofia che porta a immaginare che in un futuro non lontanissimo i motori di ricerca forniranno informazioni e dati funzionando come un cervello umano. Se il Web 1.0 (fino al 2000) ha avuto come obiettivo quello di connettere informazioni, il Web 2.0 (fino al 2010) di connettere persone, il Web 3.0 e il Web 4.0 sono votati rispettivamente a connettere conoscenza e intelligenze.

 

 

Nei primi anni del Web era piuttosto difficile fare ricerche ed era fondamentale l'individuazione della "parola chiave" corretta. La situazione nel tempo si è evoluta e oggi una chiave di ricerca genera un numero piuttosto ampio di risposte.E' possibile ottenere di più? Sì, è possibile nella misura in cui il Web sia in grado di recepire esattamente il senso di quanto gli viene richiesto. Il Web semantico si occupa appunto di questo: una volta compreso che il metodo sintetico o delle ontologie non garantiva necessariamente risposte semanticamente connesse a quanto realmente richiesto dagli utenti, gli studiosi hanno cercato di migliorare il più possibile la comprensione della sintassi da parte degli algoritmi di ricerca, in maniera da poter ricercare solo ed esclusivamente quanto richiesto dall’utente. 

Nel momento in cui questa tecnologia evolverà sarà plausibile che le macchine possano comprendere il senso delle domande. Per fare un esempio banalissimo, se oggi un utente cerca in rete il vincitore di Italia's got talent 2018, ottiene come risposta l'elenco delle pagine che contengono per esteso l'espressione "chi ha vinto Italia's got talent 2018", mentre il punto di arrivo sarà una tecnologia in grado di fornire direttamente la risposta. Questo tipo di evoluzione, traslato nell'elearning, consente di immaginare ambienti di apprendimento ad altissimo livello esperienziale, dove la costruzione della conoscenza avviene tramite una interazione intelligente tra uomo e macchina. Sembra uno scenario visionario, ma è assolutamente futuribile e certamente lo standard xAPI ne rappresenta un prerequisito. 

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