Digitalizzazione nella PA

L’anno scorso, quest’anno hai fatto lo SPID… oppure ancora no.
Ma perché?? Perché ti sei preso la briga di dare il tuo codice fiscale, i tuoi dati e informazioni per creare questo codicino che però, in effetti, non è male eh: ti permette di entrare ovunque con facilità.

Perché lo abbiamo fatto?
SPID consente di semplificare la vita di cittadini e imprese nell’interazione con la Pubblica Amministrazione e con i fornitori di servizi privati, permettendo di accedere a un ampio range di servizi online grazie a un unico login. Il sistema garantisce la massima sicurezza e privacy. L’obiettivo del legislatore è quello di incentivare la nascita di nuovi servizi pubblici digitali, permettendo così l’accesso online a servizi finora disponibili solo allo sportello.

Ma facciamo un passo indietro.
Questo obiettivo rientra nella politica di Open Government, che vuole rendere le Pubbliche amministrazioni più trasparenti sulle proprie azioni e decisioni da un lato e in grado di ascoltare e rispondere a nuovi bisogni e sollecitazioni della società civile dall’altro.
Sul sito del Ministero della Pubblica Amministrazione si legge:
Il Dipartimento svolge un ruolo primario di impulso per la modernizzazione delle PA.
In tale ambito, particolare rilevanza rivestono le iniziative di innovazione promosse attraverso lo sviluppo dell’open government. L’obiettivo è rendere le amministrazioni trasparenti, responsabili e sensibili ai bisogni dei i cittadini.
Nel corso del 2015 si è verificata una importante spinta in direzione di una sempre più marcata digitalizzazione ed innovazione. In particolare, la Legge 124/2015 (“Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”) ha definito diversi principi di miglioramento per le PA legati a soluzioni e modalità innovative dal punto di vista tecnologico, tra le quali risaltano la trasparenza e il diritto di accesso telematico.
Il Dipartimento inoltre svolge un importante ruolo di coordinamento nell’ambito dell’accordo internazionale Open Government Partnership (OGP), del quale l’Italia è uno dei paesi aderenti.

Ok.
Quindi è per questo che abbiamo fatto lo SPID ed è per questo che ci sono sempre più interventi programmatici in direzione di favorire una trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione.
Tuttavia, l’effettiva realizzazione di questa trasformazione è proceduta a rilento. Molti sono i fattori alla base di tale ritardo. Tra questi emerge l’assenza di una cultura del digitale dell’innovazione condivisa a tutti i livelli dell’amministrazione.
Risulta, quindi, prioritario intervenire in modo ampio e incisivo sulle competenze digitali dei dipendenti pubblici attraverso la definizione di interventi mirati, in grado di indirizzare in modo efficace le specificità della PA italiana.

Negli ultimi anni sono state varate diverse iniziative sul tema delle competenze digitali rivolte tanto al pubblico impiego, quanto al mondo imprenditoriale e più in generale al cittadino. Per citarne alcuni: Strategia per la crescita digitale 2015-2020, approvata dal Consiglio dei Ministri a marzo 2015, e la più recente Repubblica Digitale, nell’ambito della Strategia Italia 20256 del Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione.
In questo scenario si inserisce il progetto “Competenze digitali per la PA” avviato nel 2017, volto al consolidamento delle competenze digitali comuni a tutti i dipendenti pubblici (non professionisti ICT), al fine di accrescere la propensione complessiva al cambiamento e all’innovazione nella pubblica amministrazione.

È importante che gli impiegati pubblici abbiano delle competenze informatiche di base per consentire l’adattamento dei servizi della pubblica amministrazione all’era digitale. Per questo motivo l’OCSE ha identificato un set di competenze che ogni dipendente pubblico deve avere: competenze di base, competenze complementari, competenze di management ed e-leadership e competenze specialistiche.

Nell’impiego pubblico, però, la sfida non è solo quella di trovare quali siano le competenze effettive che ogni dipendente PA deve possedere, ma anche in che modo trasmettergliele in un ambiente in cui l’età del lavoratori è medio-alta e c’è un bassissimo livello di turnover.

Da queste considerazioni deriva la scelta del Dipartimento della funzione pubblica di promuovere, attraverso il progetto Competenze digitali per la PA: la definizione di programmi formativi composti da moduli di breve durata, progettati secondo le metodologie più evolute di erogazione di corsi principalmente in modalità FAD (formazione a distanza) e la personalizzazione della proposta formativa grazie ad una rilevazione agile degli effettivi fabbisogni di competenze.

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