Mi dia dei Big Data e un chilo di orata
- Creato: Martedì, 24 Maggio 2022 09:37
Il settore della grande distribuzione ha affrontato in maniera vincente gli anni della pandemia, mantenendo performance a livello dei periodi precedenti, ma soprattutto imparando importanti lezioni sul passato, il presente e il futuro della distribuzione. Ad oggi sono abbastanza chiari i trend che coinvolgeranno la GDO, ma come spesso accade, per stare un passo avanti ogni tanto è necessario fare un passo indietro. Proponiamo quindi un’analisi delle figure professionali che saranno e che sono attualmente interessanti per la GDO, sia quelle che possono rafforzare i punti deboli di questo settore, sia quelle che potranno introdurre elementi di innovazione.
Dall’addetto al reparto del pesce all’analista, dal macellaio all’esperto di intelligenza artificiale, nella GDO ci sarà spazio per tutti.
Professionisti dei settori merceologici
Reparto pesce, carne, formaggi, panificazione e ortofrutticolo dei grandi supermercati necessitano di professionisti che possano dare un valore aggiunto all’azienda per cui lavorano. Se è vero che la GDO ha complicato la vita delle piccole imprese che operano in questi settori, è altrettanto vero che il futuro della grande distribuzione potrebbe aver bisogno di quelle caratteristiche che i consumatori apprezzavano – e apprezzano – nelle piccole realtà locali. Ci riferiamo a rapporto diretto e fiducia, elementi che si traducono in fidelizzazione del cliente e che attualmente sembrano non appartenere alle grandi corporazioni.
L’obiettivo è raggiungere una giusta via di mezzo tra economia di scala e rapporto con i clienti.
Obiettivo che non è ancora stato raggiunto a causa della scarsa formazione che viene dedicata dalle aziende ai professionisti che le rappresentano. Spesso i clienti si trovano a confrontarsi con dipendenti poco preparati, o ancora peggio non esiste ancora una logica di confronto tra il cliente e la persona addetta a uno specifico settore merceologico. Mancano i consigli, i confronti e i sorrisi, elementi messi gradualmente in secondo piano per far spazio a fattori apparentemente più concreti, come il costo di un dipendente o i vantaggi fiscali di un’assunzione, ma che nel lungo periodo rappresenterebbero un vantaggio competitivo quantificabile anche all’interno di una logica delle performance, vantaggio che inizia a essere evidente, e lo sarà sempre di più, per quelle (poche) corporation che invece hanno deciso di investire in questi fattori.
Figure senior
Alcuni settori pullulano di figure professionali condite di inglesismi, talvolta utilizzati per nascondere concetti tutto sommato semplici. Anche la GDO prenderà questa direzione, introducendo il senior buchelor o il sellfish expert? Sembra una provocazione, ma anche in questo caso si tratta semplicemente di fare un passo indietro, reintroducendo la valorizzazione delle figure professionali maggiormente esperte, che conoscono a menadito (very well) il proprio lavoro e che possono formare i più giovani.
Esperienza e professionalità si traducono in responsabilità, ed ecco quindi che ritorniamo al concetto di sviluppo di una carriera: si comincia imparando un mestiere, con il passare degli anni lo si assimila, lo si affina, si costruisce un proprio metodo e, perché no, si innova. Si passa poi a sostituire il nostro mentore, insegnando a nostra volta il lavoro a nuovi colleghi, accumulando un’esperienza tale da poter assumere sempre maggiore responsabilità e coprire un ruolo non solo operativo, ma anche strategico e decisionale, in cui gli anni sul campo rappresentano un reale valore aggiunto.
Nella GDO c’è quindi spazio per lavori strettamente collegati alle merci trattate e per una crescita di coloro che se ne occupano. A fianco di questi professionisti crescono opportunità anche per nuove figure professionali, maggiormente correlate all’innovazione e al digitale.
Analisti e professionisti del digitale
Queste figure professionali sono spesso associate ad altri settori, in primo luogo perché nascono da un ambiente maggiormente connesso alla tecnologia, in secondo luogo perché semplicemente in tali settori c’è maggiore richiesta. Anche la GDO sta tuttavia aprendo le porte a professionisti del digitale, dai social media manger agli esperti di siti internet, e agli analisti. In particolar modo questi ultimi potranno trovare porte aperte in un settore in cui l’analisi dei dati e delle abitudini d’acquisto dei consumatori può portare enormi vantaggi alle aziende, impattando in maniera diretta sui ricavi della società.
Sarebbe utile anche in questo caso ritagliare un ruolo sempre più importante alla formazione, perché se da una parte tutto indica che si andrà verso una GDO 2.0, dall’altra siamo abbastanza certi che le logiche correlate all’abbattimento dei costi dei dipendenti all’interno delle economie di scala rimarranno ben radicate ancora per anni. Per questo motivo potrebbe essere conveniente formare persone che conoscano già il settore e che magari siano predisposte a imparare nuove skill, piuttosto che andare alla ricerca di figure professionali ad hoc, che tuttavia, forti dell’esperienza maturata in altri campi, hanno costi maggiori.
Va infine dedicata una nota di merito all’argomento sostenibilità: sempre più consumatori stanno modificando le proprie abitudini d’acquisto tenendo conto dell’impatto ambientale, ed è proprio il settore del food uno di quelli in cui si ha la maggior percezione di poter fare la differenza. Tutto ciò impatterà notevolmente a livello economico sulle aziende della GDO, saranno infatti quelle che riusciranno ad analizzare correttamente e ad anticipare questo trend a diminuire le perdite e a trarre i maggiori vantaggi dal cambiamento. Per forza di cose serviranno quindi professionisti esperti e formati al punto da poter elaborare strategie vincenti in un momento storico così delicato.
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