Da AI a OI: che cos'è l’intelligenza organoide

L’intelligenza organoide è un tipo di intelligenza artificiale che si basa sugli organoidi cerebrali, strutture neuronali coltivate in laboratorio finalizzate a riprodurre le sinapsi e i processi del nostro cervello. Siamo nell’era dell’intelligenza artificiale, ma per alcuni si tratta di un concetto già superato, che lascerà la strada all’intelligenza organoide, meno costosa dal punto di vista energetico e nel complesso più potente.

Che cos’è l’intelligenza organoide

Il nuovo trend in campo tecnologico è l’organoid intelligence, o intelligenza organoide. Si tratta di un tipo di innovazione tecnologica che sfrutta gli organoidi, strutture formate da cellule staminali prodotte in laboratorio con l’obiettivo di riprodurre gli organi del nostro corpo, per poterli studiarli al meglio e trarne quindi  grandi benefici. 

L’OI si basa su organoidi di tipo cerebrale, finalizzati quindi a riprodurre la complessità del nostro cervello.

Il motivo per cui si sta studiando questo tipo di soluzione è che la produzione di organoidi tende a essere nel medio lungo termine un’alternativa più economica e sostenibile rispetto alle fonti energetiche che servono ad alimentare l’intelligenza artificiale. A parità di potenza di calcolo, o addirittura con risultati che potrebbero essere di molto superiori, l’OI consuma molto meno rispetto all’AI.

L’intelligenza artificiale

È un po’ presto per parlare di intelligenza organoide, dato che si tratta di una novità sviluppata principalmente negli ultimi 12 mesi e che ha ancora molta strada da fare, ma certamente l’interesse mostrato verso l’intelligenza artificiale lascia pensare che in futuro ci sarà molto spazio anche per l’OI. Ad oggi l’intelligenza artificiale rappresenta un vero e proprio successo, non solo dal punto di vista applicativo, ma anche analizzando la risposta degli utenti e l’impatto economico che sta avendo sul mercato.

OpenAI, la società a capo di Chat GPT, ha sostanzialmente sviluppato un prodotto senza un vero e proprio modello di business, con l’idea che un servizio di AI alla portata di tutti sarebbe stato facilmente monetizzabile. Un approccio rischioso dal punto di vista strategico, ma non c’è dubbio che abbiano avuto ragione considerando il valore stimato della società, che ha superato il miliardo di dollari, e il numero di utenti raccolti in un solo anno, svariati milioni.

Nonostante l’intelligenza artificiale esista dalla metà dello scorso secolo, oggi le applicazioni sono più tangibili e sono arrivate anche in campi maggiormente popolari e alla portata di tutti, per questo motivo l’attenzione su questo argomento continua a crescere. In particolar modo il dibattito ruota attorno ad alcune preoccupazioni e questioni di natura etica, e soprattutto all’impatto che questa potrà avere sulla nostra società.

 

(H2) Come reagiremo all’OI

Se l’intelligenza artificiale spaventa per certi versi, non sarà facile rapportarci con il concetto di OI. Alcuni dei limiti dell’AI sono infatti legati alla capacità di ragionamento in determinate situazioni, che ad oggi non può assolutamente sostituire quella umana, e ai consumi molto elevati. per parlare di sostenibilità. L’OI sembra poter risolvere entrambi i problemi, mettendo a disposizione delle macchine la nostra struttura cerebrale a bassissimo consumo.

Nei prossimi anni l’OI sarà certamente un argomento di discussione, ma è ancora presto: il nostro cervello conta circa 100 miliardi di neuroni collegati tra loro da 1000 punti di connessione, un numero ancora molto lontano dalla potenza di calcolo delle tecnologie a nostra disposizione.

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