VISUAL DESIGN

eLearning e Visual Design, parola del nostro Art Director

Creato: Martedì, 03 Giugno 2014 12:31

L'aspetto visivo di un corso elearning è sempre stato elemento di primo impatto ma la sua importanza nel tempo è cresciuta tanto da rappresentare oggi un grosso elemento di scelta e valutazione già in fase di selezione del fornitore da parte del cliente.

L'attenzione sempre più esigente agli aspetti di comunicazione visiva anche in ambito formativo ha nel tempo modificato le competenze grafiche. Intervista a Marco De Stabile, nostro Art Director, per capire cosa oggi il visual design può offrire all'elearning.

Parliamo di qualità. Qual è il valore aggiunto che un Art Director può dare in un progetto di elearning?

M: In un progetto elearning l'efficacia didattica è l'obiettivo che deve costantemente guidare ogni scelta di rappresentazione. In questo senso l'Art Director è una figura trasversale, la cui attività inizia dalla raccolta di informazioni sull'identità visiva del cliente, passa attraverso la proposta di un concept visivo, cura la trasposizione grafica del contenuto didattico in stretta collaborazione con l'Instructional Designer e controlla la qualità dell'output finale fino alla release. Questo processo non riguarda soltanto gli aspetti stilistici e creativi del prodotto, ma anche quelli legati alla user experience, intesa come mix di usabilità e multimedialità. Tutto ciò mira a garantire coerenza e omogeneità grafica al prodotto, nel rispetto della cultura visiva dell'utente finale e degli eventuali vincoli tecnici e metodologici del cliente.

Quali sono gli errori da evitare nell'interpretazione grafica di un corso elearning?

M: Il principale nemico dell'efficacia didattica è l'uso della grafica in termini puramente didascalici e illustrativi. Il corso elearning deve saper formare in modo coinvolgente, facendo percepire all'utente i vantaggi della multimedialità. A tal fine è necessario quel momento di progettazione visiva che trasforma un contenuto didattico su carta in un materiale vivo e interattivo. Attenzione però a evitare un eccessivo volume di informazioni visive, che potrebbe distrarre l'utente impedendone la corretta assimilazione dei concetti.

Come si è modificata la cultura grafica nell'elearning nel corso degli ultimi 10 anni e quali sono le tendenze di oggi?

M: Dieci anni fa il WBT (Web Based Training) rappresentava il modello principale di diffusione della formazione a distanza. Si tratta di un modello ancora diffuso, fondamentalmente unidirezionale e passivo, molto condizionato nello stile di comunicazione da modalità tipiche di altri media, penso al modello televisivo, ma anche alla videoproiezione in modalità frontale. Il panorama è oggi in forte evoluzione, grazie a nuovi modelli di interazione introdotti dalla tecnologia mobile e dall'accesso alle informazioni in modalità cloud. L'interfaccia utente diventa sempre più trasparente, l'interattività con il prodotto sempre più naturale e sempre meno circoscritta nel tempo e nello spazio. Anche la cultura visiva e simbolica del pubblico è in continua evoluzione, oggi siamo abituati a trovare efficaci infografiche dove fino a pochi anni fa non esistevano che pochi noiosi grafici a torta. Il linguaggio visivo della didattica non potrà che adeguarsi a questa tendenza con continui travasi e contaminazioni da un mezzo all'altro.

Accessibilità e usabilità come vengono garantite?

M: ll successo di un oggetto formativo è determinato dalla qualità dei contenuti scritti, la scelta del corredo di immagini, gli espedienti narrativi, l'interfaccia, l'uso dell'audio e del video, il look & feel, la scelta del corretto codice comunicativo, e molto altro. Prima di erogare un prodotto di formazione a distanza è però fondamentale filtrare criticamente questi parametri al fine di garantire la maggior facilità di fruizione possibile alla totalità degli utenti, compresi coloro che presentano ridotte capacità sensoriali. Oltre a seguire regole generali, ad esempio la dimensione dei caratteri e il contrasto cromatico, è necessaria una "regolazione fine" che elimini ogni ambiguità di interpretazione. L'esplorazione degli elementi interattivi dev'essere piacevole e immediata, le voci chiare e scandite, le informazioni a video devono poter garantire un livello di comprensione adeguato anche in assenza di una guida audio. 

C'è una cultura grafica, una metodologia predominante che guida la costruzione del concetto visivo?

M: Siamo circondati da messaggi simbolici in ogni momento della nostra vita. Da quando ci svegliamo a quando raggiungiamo il posto di lavoro percepiamo, vagliamo, interpretiamo e scartiamo centinaia di simboli mentre utilizziamo dispositivi elettronici, guidiamo l'automobile, camminiamo per strada, interagiamo con un distributore automatico di caffè. Esiste un codice simbolico non scritto, diverso da cultura a cultura, che ognuno di noi padroneggia a livello ormai inconscio. Nel realizzare un corso elearning uno dei nodi fondamentali è la scelta di un corredo simbolico che accompagni l'utente per tutta la durata della fruizione, che sia portatore di concetti più o meno complessi e astratti. Nella creazione di questo "vocabolario visivo" non possiamo prescindere dalla nostra cultura visiva di partenza, e quindi dobbiamo prestare molta attenzione a non dare segnali contraddittori. Penso per esempio all'utilizzo dei colori rosso e verde per esprimere concetti negativi o positivi, valido nella nostra cultura occidentale, ma diverso in altre culture. Il corredo di simboli iconografici e logici utilizzato nei corsi è l'equivalente della grammatica nella lingua scritta, e rappresenta un formidabile strumento per veicolare il messaggio. 

Si parla molto di porting di corsi su tablet e smartphone. Qual è l'operazione grafica e dove inizia il processo di conversione?

M: Questa frontiera è aperta e in continua evoluzione. Il concetto stesso di interattività sta radicalmente cambiando. Tablet e smartphone non sono più semplicemente schermi in versione "ristretta", ma si stanno ormai configurando come un vero e proprio ambiente esperienziale caratterizzato da nuove regole e codici propri. Pensiamo solo alla rivoluzione del touchscreen, che in pochi anni è passato dall'essere oggetto di un immaginario fantascientifico a gesto quotidiano. C'è stata una fase in cui le modalità di fruizione di tipo desktop venivano tradotte e adattate a schermi più piccoli. Ora viviamo un'inversione di tendenza, in cui il dinamismo della modalità touch va a contaminare a ritroso interfacce grafiche ancora basate sul click del mouse. Più che di processo di conversione vedo un futuro in cui la fruizione in mobilità rappresenterà sempre di più un laboratorio di innovazione per quanto riguarda gli espedienti grafici, che saranno sempre più ergonomici e basati su metafore tattili, e che sempre più contamineranno i media tradizionali.

Secondo te, quali sono tre buoni consigli per garantire l'efficacia visiva nella realizzazione di un design per un corso?

1. Ricercare un'idea narrativa che leghi tra loro i contenuti del corso che guidi le scelte visive in stretta collaborazione con il progettista;  2. Creare e seguire rigorosamente una libreria visiva di simboli semplice, coerente ed efficace; 3. Immedesimarsi con l'utente finale.

Nel corso della tua carriera hai lavorato in diverse società di elearning.  Secondo te cosa distingue la proposta grafica di Simulware da quella dei competitor?

M: Simulware fin dalla nascita si è distinta nel panorama elearning per una spiccata attenzione agli aspetti grafici e comunicativi delle proprie realizzazioni, ed ha saputo mantenere negli anni una costante posizione di avanguardia, seguendo da vicino le trasformazioni tecnologiche e visive, e accompagnando i diversi clienti in questa crescita, fino a rappresentare uno standard nel panorama dei competitor. Il vero punto di forza è però la solida sinergia tra creatività visiva e competenze didattiche e metodologiche. La grafica in Simulware non è mai decorativa o fine a se stessa, ma rappresenta un collaudato strumento di veicolazione del messaggio didattico.