Quando l'education è al centro delle organizzazioni

Ormai l’esigenza di coinvolgimento e di autorialità delle persone nelle aziende sta spingendo alla proposizione di costrutti sempre più arditi e sofisticati. Si parla molto di  “consenso sistemico” e di “ownership cooperativa” fino ad immaginare un dialogo organizzativo nel quale il diritto di “voto” nelle decisioni strategiche abbia un valore nominale identico per tutti, indipendentemente dal possesso di quote azionarie: come nella democrazia politica, dove ognuno “nominalmente” ha n.1 diritto di voto. Non capita spesso di incappare nella declinazione manageriale di un dibattito sull’economia e la società nel suo insieme che comincia a farsi sentire e cioè quello del superamento della logica capitalistica pura all’interno del sistema liberale.

In altre parole, se le idee si trasformano velocemente in prodotti e servizi e l’economia della conoscenza è in pieno sviluppo, i mezzi devono potersi allocare e riallocare velocemente dove le opportunità di crescita sono più alte seguendo “ il consenso” per come si forma ed evolve. Ciò vale non solo per il mercato dei capitali ma anche per il mercato delle persone, dei talenti e delle idee, all’interno delle aziende.

E’ un onda lunga quella di cui stiamo parlando: sono passati ormai 9 anni dall’uscita del libro “Reinventing organization” di Fréderic Laloux e da allora le “picconate” al costrutto di una gerarchia rigidamente fondata sul comando e controllo si sono intensificate parecchio. 

Proviamo a usare il muro di Berlino come spartiacque fra un oggi ancora dominato dall’idea che il capitale e la sua proprietà è il presupposto e l’esito di ogni azione economicamente rilevante, ed un dopo nel quale sia l’intelligenza collettiva ed il suo potenziale di arricchimento a contare di più. Come cambia in tal senso il piano delle risorse umane?

 

OGGI

DOMANI

Focus sul talento individuale, la sua misurazione e il suo reperimento sul mercato.

Focus sul talento collettivo, la sua legittimazione, espansione e sviluppo.

Focus sul performance management e la valutazione dei risultati: Domanda chiave: “che cosa pensa di fare per migliorare la sua prestazione ?”

Focus sull’appartenenza alla comunità professionale ed aziendale.

Domanda chiave: chi ti ha invitato qui ? Che cosa sei venuto a fare ?

Rigidità dei codici di appartenenza all’organizzazione. Efficace o meno, il tuo statuto contrattuale non cambia (economico e professionale) perché sta su un piano antecedente ed esterno alla prestazione.

Responsabilità dei singoli sui codici di appartenenza ad un’organizzazione.

Le persone sono portate a riflettere costantemente sulla profondità e sulla trasparenza del loro impegno e ne rispondono anche prendendosi carico personalmente dei problemi aziendali.

Le persone hanno un'aspettativa negoziale ed incrementale rispetto alle variabili del loro impegno aziendale: tempo di lavoro/personale, benefit, retribuzione, etc.

Le persone condividono un'aspettativa imprenditoriale e co-creativa con l’imprenditore e con l’impresa e vengono naturalmente riconosciuti anche dai pari per i risultati prodotti.

Le persone devono avere le attitudini implicate nei ruoli organizzativi.

Le persone devono avere il desiderio di impegnarsi in un'idea/progetto.

 

Naturalmente immaginare un prima è qualcosa di irreale. Il vero punto è restare aperti alla possibilità di miscelare diversamente le due polarità a seconda delle esigenze, dei mercati, delle condizioni ambientali specifiche delle aziende, delle culture di appartenenza, del tasso di innovazione e del livello scientifico-tecnologico implicato nei processi aziendali.

Cosa vuol dire in questa dialettica di polarità mettere l’education al centro di ogni organizzazione?

Vuol dire riconoscere - come fece anche qui molto anni fa Henry Levi, l’inventore del concetto di intelligenza collettiva (2004) - che l’evoluzione del genere umano è stata prodotta dall’evoluzione del suo sistema simbolico e che ogni livello di evoluzione ha prodotto idee, scoperte e artefatti. Tutti questi livelli si sommano progressivamente l’uno all’altro, senza elidersi anzi aumentando le potenzialità creative e i livelli complessità.

Così l’uso della parola, poi dei simboli, l’alfabeto, i mass media, il cyber spazio ed oggi l’A.I. convivono all’interno della società e delle aziende disegnando possibilità espressive e quindi ambiti di conoscenza alquanto diversi e con regole del gioco alquanto diverse. Per Levi il livello più alto è quello è quello di un'ecologia cognitiva collettiva e globale nel quale le informazioni e conoscenze sono dotate di:

  • ubiquità
  • interconessione
  • capacità d’azione

L’imprenditore/impresa dovrebbe porsi in questa prospettiva e porsi una serie di domande: Come sta andando il mio business? Come stanno evolvendo le variabili che oggi mi assicurano competitività e reddito? Cosa sta emergendo nel mio contesto competitivo? Come deve evolversi la mia progettualità per non essere tagliato fuori dal “progresso in atto”? Sto utilizzando tutta l’intelligenza collettiva di cui dispongo?

Massimizzare l’intelligenza collettiva vuol dire accelerare la trasformazione del sapere contenuto ai livelli “più bassi”, la parola che si esprime nei gruppi e negli interstizi organizzativi, i simboli della cultura organizzativa, i documenti aziendali della più varia natura, etc, etc, in conoscenza dotata delle 3 caratteristiche sopra espresse: ubiquità, dentro e se utili fuori dall’azienda; interconnessione perché conoscenza “sviluppabile, contestabile e “falsificabile” ad opera della comunità aziendale e dotata di capacità d’azione perché finalizzata ad imprimere nuovi e più veloci corsi d’azione ai progetti aziendali.

Il digital learning è lo strumento ideale per facilitare lo sviluppo dell’intelligenza collettiva perché mette in gioco:

  • le tecnologie che consentono di custodirla, metterla a disposizione e fruirne;
  • una varietà di format che permettono di modellarla nella forma richiesta e a seconda degli obiettivi di apprendimento;
  • la disponibilità di tool collaborativi grazie ai quali la conoscenza può emergere, essere discussa e provvisoriamente cristallizzata a beneficio della comunità.

Di questo e di altro ancora parleremo a Salone d’impresa del 27.09.2023 pv. dedicato proprio alla media impresa.

 

 

 

 

 

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