Parliamo di benessere sul posto di lavoro con Roberta Cerchia

Abbiamo intervistato Roberta Cerchia, dott.ssa in fisioterapia specializzata in riabilitazione del pavimento pelvico e nella gestione dello stress attraverso tecniche corporee, per discutere di un argomento diventato estremamente attuale con l'attuazione dello smart working, il well being.

Sul sito del Ministero dell’Istruzione si legge “Per benessere organizzativo si intende la capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori che operano al suo interno. Studi e ricerche sulle organizzazioni hanno dimostrato che le strutture più efficienti sono quelle con dipendenti soddisfatti e un “clima interno” sereno e partecipativo. La motivazione, la collaborazione, il coinvolgimento, la corretta circolazione delle informazioni, la flessibilità e la fiducia delle persone sono tutti elementi che portano a migliorare la salute mentale e fisica dei lavoratori, la soddisfazione degli utenti e, in via finale, ad aumentare la produttività.”

La respirazione può essere uno strumento di gestione dello stress e quindi aiutare a migliorare la performance?

Imparare a respirare in maniera consapevole può aiutare molto a gestire l’ansia. Una respirazione diaframmatica profonda, ad esempio, fa diminuire la frequenza cardiaca (frequenza che aumenta nelle situazioni stressogene) e attiva il sistema nervoso parasimpatico (fondamentale per recuperare la calma). Quindi dare l’opportunità ai propri dipendenti di fare un percorso di consapevolezza respiratoria può dare molti benefici sia al singolo che all’azienda.

Lo smart working farà parte del “new normal” e tante aziende hanno dichiarato che manterranno il lavoro da remoto per almeno 2/3 giorni a settimana. Questo da un lato può consentire ai dipendenti di tagliarsi più spazi per dedicarsi all’attività fisica ma allo stesso tempo può creare disturbi di diverso genere: se non ho la postazione di lavoro adatta alla mia postura, se non sono in grado di prendermi le pause corrette e divento più sedentario.
Come si possono migliorare questi aspetti?

Imparare a gestire una nuova modalità di lavoro, come può essere lo smart working, non è un processo automatico. Ognuno di noi deve dedicare tempo e attenzione per far sì che non aumentino le problematiche legate alla sedentarietà. Avere dei corsi aziendali che ci aiutino a capire come gestire gli spazi e, soprattutto, come gestire il nostro corpo in questi spazi è un valore aggiunto che può potenziare in modo concreto la performance lavorativa, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo.

Nella tua esperienza, ti sembra che siano aumentati o diminuiti i problemi posturali legati al lavoro in ufficio?

Le problematiche posturali sono, negli ultimi due anni, drammaticamente aumentate. La loro incidenza è sempre più evidente con conseguenti ricadute sul benessere personale e sulla produttività. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, si tende a non porre abbastanza attenzione ad esse e a intervenire solo e soltanto quando arrivano alla fase acuta che richiederà, spesso, tempi lunghi per la loro remissione.

L’aumento dello stress e la sedentarietà si possono correlare anche a una maggiore incidenza delle problematiche del pavimento pelvico. Perché questa parte del corpo è importante e quali problemi comporta non essere consapevoli della sua importanza?                          

Non siamo culturalmente abituati a pensare di dover dare attenzione al nostro pavimento pelvico per migliorare la nostra qualità di vita ma in realtà è esattamente così. Ad esempio, nella medicina tradizionale cinese questa zona corrisponde all’ARA, il centro energetico di tutto il nostro corpo e questa sicuramente non è una casualità. Sia nelle donne che negli uomini una conoscenza e una consapevolezza di questa parte del corpo può evitare importanti problematiche future e potenziare la performance. Come amo ripetere, bisogna lavorare sulla prevenzione! E lavorare sulla prevenzione vuol dire anche sfruttare strumenti e modalità, come il digital learning, che consentano di guidare il dipendente e farlo sentire seguito, sempre, aumentando le possibilità di prendersi cura di sé stesso.

Infine, secondo te, perché un’azienda dovrebbe guardare al benessere psico-fisico dei suoi dipendenti? 

Secondo me non possiamo davvero più pensare che la mente possa lavorare bene con un corpo che sta male. Proviamo a pensare semplicemente a quanto potrebbe essere difficile concentrarci su un lavoro avendo mal di denti. La costante ricerca del benessere e dell’equilibrio corporeo è la via per potenziare il rendimento di ciascuna persona. E non sottovalutiamo quanto quanto possa essere gratificante per un dipendente avere un’azienda che lo accompagni nel proprio benessere e quanto questo lo possa incentivare nel lavorare bene. Non ho dubbi che un dipendente felice crei una felicità e un benessere collettivo all’interno del proprio gruppo di lavoro e della propria comunità professionale.

 

 

 

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