Si può ancora parlare di analfabetismo digitale nel 2022 in Italia? Partiamo con l’identificare che cosa l’analfabetismo digitale sia; con questo termine si indica l’incapacità delle persone di adoperare un computer e di cercare e individuare la correttezza delle informazioni pubblicate in rete.
ZOOM: il cambio di prospettiva Sembra incredibile come l’emergenza da Coronavirus abbia totalmente ribaltato il nostro punto di vista sulla formazione a distanza. Un tempo (ben…..2 anni fa!?!) era normale seguire le lezioni in aula, e solo eccezionalmente in videoconferenza (di solito si trattava di un webinar). Oggi, la prassi è l’autoformazione per il trasferimento di contenuti di base attraverso i corsi online, mentre l’aula virtuale è dedicata agli approfondimenti tematici sul tema e, solo in casi eccezionali (ad esempio, nel caso di importanti meeting di settore) si ricorre alla formazione didattica in presenza ‘fisica’.
Succede sempre: la richiesta del cliente sembra proprio la solita storia, sentita e risentita centinaia di volte. Ma ti ha parlato di quel dettaglio... quel piccolissimo dettaglio che ti ha acceso una lampadina nella testa. Ma fai fatica, è lì, non sai bene cosa fartene. E allora che fai? Chiami i tuoi colleghi. "Facciamo brainstorming?". Ed eccovi tutti lì. C’è il classico Freud di turno che analizza per filo e per segno la conversazione avuta con cliente alla ricerca della chiave perfetta, c’è Nonna Mariuccia che ha reminiscenze di progetti passati che “potrebbero funzionare!”, c’è la Progettista Cinica che pensa che in fin dei conti il cliente sta avanzando una richiesta di innovazione che poi così innovativa non sarà, c’è lo sviluppatore che a ogni proposta si strappa un pelo delle sopracciglia, ci sono i creativi che la sparano grossa dimenticandosi che staranno alzati loro a fare le nottate in bianco… insomma alla fine però un’idea salta sempre fuori, magari anche due e il cliente è soddisfatto!
A fine aprile Trieste è stata la piazza del “Festival della comunicazione non ostile”, un evento che ha richiamato l’attenzione non solo dei professionisti della comunicazione ma anche di imprese, associazioni, federazioni sportive e persone illustri provenienti da ogni settore.
Chi non ha visto almeno una volta il profilo social di un’azienda che ha pubblicato un post brillante, ironico o incredibilmente azzeccato rispetto al momento in cui è stato condiviso? Sicuramente la programmazione e l’organizzazione sono colonne portanti di un buon lavoro di comunicazione e social media marketing, ma talvolta sono la creatività e l’inventiva a rimanere veramente impressi nella mente dei nostri follower e, si spera, di potenziali clienti.
Sempre più aziende vogliono essere attive sui social, ma sempre meno aziende comprendono perché vogliono utilizzare questi canali di comunicazione per promuoversi. La realtà dei fatti è che siamo tutti, dai dipendenti ai top manager, abituati a dedicare parte della nostra giornata ai social network e per questo motivo l’idea che all’interno di quei social network la nostra azienda ci debba essere mette tutti d’accordo.

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